sabato 13 marzo 2010

FEAR OF DARKNESS IS FEAR OF LIGHT 2 DI 2


Il vangelo secondo Giovanni nella versione cinese inizia con la frase:
"In principio era il Tao"*. Questo dipende chiaramente dal fatto che la cultura cinese era lontana dal concetto prettamente occidentale del logos, la parola divina.
Il Tao (o dao)è una rappresentazione simbolica utilizzata nella visione taoista che mostra l'equilibrio cosmico che viene raffigurato nell'immagine che vedete. Nello yang (principio "maschile" bianco) c'è un punto di yin (principio femminile nero) e viceversa per mostrare come in un principio sia presente il suo elemento complementare.

Complementare. Non opposto.

Concettualmente la stessa visione la ritroviamo, con termini ovviamente diversi a causa del contesto culturale, nel tantrismo shivaita kashmiro, dove si ricerca l'unione tra i due principi complementari in due modalità differenti:
attraverso l'unione sessuale (tantra della mano sinistra) e all'interno della coscienza individuale (tantra della mano destra) per ritrovare l'unità (l'UNO) originaria dello spirito.

(Tantra significa trattato o libro.)

Nel tantrismo ogni cosa è un'espressione dell'assoluto, del divino, che sia ciò che definiamo bene o ciò che definiamo male. Ogni cosa è UNO, così come lo è nell'uomo, nel suo mondo interiore.

L'angelo e il demone sono, nel mio testo, modalità diverse d'espressione dell'essere che s'esprime, che diventerà compiutamente umano solo nel momento nel quale non rinnegherà nessuna delle sue componenti interne che così diventeranno UNO, senza più scissioni interiori. A quel punto l'essere umano E' realmente, perchè non più separato, ed ESSENDO realmente torna in unione all'Assoluto, o Dio, o come lo volete chiamare.

Dentro di noi esistono la luce e le tenebre, ma è soltanto attraverso la reintegrazione del nostro lato oscuro, o del nostro lato luminoso, che troveremo il nostro ESSERE non separato. E non parlo solo di pace interiore, ma anche di fermezza, di forza e di comprensione di come l'Universo si manifesti in una molteciplità che in realtà è espressione di diverse componenti che insieme formano l'unità di tutte le cose che esistono.

Quindi il "lato oscuro" è una parte dell'insieme, ma senza l'altro lato rimarrebbe squilibrato, così come il suo opposto. Nel momento in cui si temono le tenebre non si dà la possibilità alla luce d'esprimersi realmente (simbolicamente).
Chi ha paura delle tenebre ha paura della luce, perchè temere la sua assenza è come non fidarsi completamente del suo splendore. Chi invece rimane troppo nelle tenebre non può comprendere la luce, perchè ne rimarrebbe accecato...I suoi occhi (interiori) non potrebbero reggerla.

Ed il metal cosa c'entra? Il lato oscuro che ci porta a toccare è un aspetto di noi stessi che molti non sono disposti a guardare. Ci sono persone che fingono una gioia fasulla negando la propria rabbia e la propria sofferenza, mentre nel metal possiamo lasciare scorrere queste cose che comunque fanno parte di noi senza rinnegarle.

Rabbia e sofferenza che però sono solo una parte del nostro sentire.

Perchè in realtà noi siamo UNO.

E il mio amore per Jesus? Questa è un'altra storia e va raccontata un'altra volta.

*In realtà nel taoismo prima del Tao viene il Wuji, il nulla/tutto del principio che solo attraverso l'espressione della molteciplità ha potuto mostrare il suo potenziale già pre-esistente. Pure nell'induismo esiste un concetto simile.

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