martedì 7 giugno 2011

GENESI (3 DI 5)

Riprendiamo con le riflessioni riguardo alla Genesi.

D'ora in poi daremo uno sguardo a vari episodi circoscritti che m'interessa affrontare.

Nei capitoli dal 21 al 30 della Genesi sono due gli episodi che guarderemo:
-il sacrificio di Isacco
-il piatto di lenticchie

Mentre è probabile che abbiate presente il primo,il secondo episodio probabilmente vi ha portato un punto interrogativo sulla fronte. Nonostante questo capirete che certi detti che tutti usano da anni hanno un'origine biblica.

Ricorderete che, per quanto riguarda il primo episodio, Dio decide di mettere alla prova la fede di Abramo. E gli chiede in sacrificio il figlio Isacco, avuto dalla sua amata Sara, la moglie adorata considerata sterile, che per fargli avere un figlio gli diede come concubina la schiava egiziana Agar, da cui Abramo ebbe Ismaele.
Isacco è il figlio prediletto, considerato unigenito persino dagli angeli e da Dio (Genesi 22-12). Eppure è disposto a sacrificarlo per seguire gli ordini di Dio.

Per fare questo Abramo doveva avere una fede che travalica l'esperienza umana, e che ora verrebbe vista come semplice follia agli occhi del mondo. Per questa fede viene premiato e viene sancita definitivamente l'alleanza tra Dio ed Abramo che diverrà padre di tutti i popoli.

Ma chi sarebbe in grado di compiere un sacrificio simile? E quale Dio potrebbe chiedere una prova di questo tipo? Lo stesso Josè Saramago affronta la questione nel suo splendido libro "Caino" dove è Caino a fermare la mano di Abramo, perchè l'angelo si è attardato...

Eppure il sacrificio del figlio di Abramo è un punto cardine pure di un'altro importante libro per la storia dell'umanità:il Corano.

Il figlio del quale Dio però chiede il sacrificio non è, secondo la tradizione islamica Isacco, ma Ismaele.
Avete letto bene. Due libri di due (o tre) religioni diverse affrontano lo stesso tema, cioè l'abbandono totale a Dio, ma il figlio in questione non è lo stesso.
(in realtà la sura 37 da cui nasce la tradizione non specifica il nome del figlio del quale viene chiesto il sacrificio, ma nel mondo mussulmano viene considerato Ismaele, in onore del quale si celebra la festa dell'agnello.)

Isacco nella tradizione ebraica, e cristiana, viene considerato un patriarca, Ismaele no. Infatti Agar ed Ismaele vengono scacciati da Abramo a causa della gelosia di Sara. Dio però dopo di ciò manda un angelo che appare ad Agar e le dice:
"Alzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano, perchè io ne farò una grande nazione." (Genesi 21-18).

Secondo la genealogia biblica i popoli arabi discendono da Ismaele.E le tre religioni monoteiste vengono anche definite le tre religioni di Abramo. Quindi la Bibbia stessa parla di una grande nazione ismaelita per volere di Dio.

Veniamo al famoso piatto di lenticchie:
Esaù e Giacobbe sono i figli di Isacco. Esaù è il primogenito,favorito di Isacco.
Rebecca invece predilige Giacobbe. Un giorno Esaù arrivò dalla campagna ed era sfinito. E chiese a Giacobbe di fargli mangiare la minestra che aveva preparato.
Il minore lo incalza chiedendogli in cambio la primogenitura. Esaù era talmente esausto ed affamato da promettergliela. Mangiò e bevve e si alzò.

Da qui il detto:Ha dato via "mettete quello che volete" per un piatto di lenticchie.

Giacobbe lo aveva fregato. Esaù era troppo stanco per rendersene conto. La Bibbia però dice che era stato Esaù a disprezzare la primogenitura.

Successivamente anche prima della morte di Isacco, Giacobbe, seguendo il consiglio della madre Rebecca, escogita un trucco per estorcere la benedizione che Isacco voleva dare ad Esaù. Insomma la benedizione e la primogenitura di Giacobbe sono state estorte con l'inganno.

Eppure Giacobbe viene anche chiamato Israele. A dimostrare comunque che i disegni di Dio sono imperscrutabili, oppure che l'uomo può modificare a suo favore gli avvenimenti anche con l'inganno?

martedì 24 maggio 2011

GENESI (2 DI 5)

L'undicesimo capitolo della genesi inizia con la storia della "Torre di Babele", ed è interessante notare proprio come questo abbia che fare con quello di cui voglio scrivervi in questo post, cioè:del linguaggio.

Nella Genesi la parola ha un potere immenso. Dalla creazione, nella quale ad ogni affermazione di Dio segue la realizzazione della sua parola, così vale pure per lo stesso primo uomo, l'Adam (essere umano-androgino-nè uomo/nè donna), che dando un nome a tutti gli animali li ha sotto il suo dominio...

Nel momento nel quale Dio si accorge del potere che stanno raggiungendo gli uomini mentre costruiscono la Torre, decide di confondere loro il linguaggio, da un'unica lingua parlata "il Signore confuse la lingua di tutta la terra..."(Genesi 11/9).

Tolse quindi il potere che derivava dalla parola.

Altrove nella Bibbia c'è scritto che "In principio era la parola" (o il verbo, che comunque è una parola che definisce un'azione) (Giovanni 1/1)...ma non in ebraico.

Come scritto nel post precedente ora vi spiego perchè in ebraico ogni singola lettera è fondamentale per l'insieme. Ed userò un esempio che nella traduzione in italiano non viene assolutamente valorizzato a dovere.

In Genesi 17/5 c'è scritto:
"Non ti chiamerai più Abram, ma ti chiamerai Abramo, perchè padre di una moltitudine di nazioni ti renderò."

Letta così sembra l'aggiunta di una lettera insignificante, quasi un vezzo, come dire "è così perchè te lo dico io." Quindi non sembra avere un valore importante.
In ebraico invece tutto assume un senso compiuto, di una profondità sconcertante, che ci porta a comprendere, a mio modo di vedere, perchè conoscere la lingua originale di un testo dovrebbe essere la base di partenza per una reale comprensione.

E qui mi avvalgo della numerologia cabalistica e della ghematria, cioè della somma del valore numerico della singola parola, oltre che del significato della lettere stessa.

Abram (Alef+Beit+Resh+Mem) diventa Abraham (Alef+Beit+Resh+Hey+Mem). Lasciando stare il significato di ogni lettera, a parte di quella aggiunta, e varie possibilità date dagli studi cabalisitici mi soffermo solo su alcuni punti che potranno illuminare alcuni aspetti oscuri del significato di questo cambiamento di nome.

Abraham significa a livello etimologico "padre di molti popoli", chiarendo quindi il significato del versetto stesso. La Hey, la lettera aggiunta, ha poi valore numerico 5, e rappresenta l'entrata di Dio nel mondo attraverso la Torà (il PENTAteuco!!!), oltre ad essere legata (e non mi metto qui ad andare oltre entrando nello Sefer Yetzirà) alla rettificazione della parola, oltre ad apparire due volte nel Tetragammaton, il sacro nome di Dio che nessun ebreo può pronunciare.

Abram (Alef+Beit+Resh+Mem) ha una ghematria (somma del valore numerico) di 243, valore equivalente a parole come "gamar"(finire) (Ghimel+Mem+Resh) o "ragam"(lanciare pietre)(Ghimel+Resh+Mem). (Le parole con la stessa "ghematria" sono, secondo la Cabalà ebraica, profondamente legate a livello di significato).

Abraham (Alef+Beit+Resh+Hey+Mem) invece ha un valore di 248, ed equivale a Raziel (il segreto di Dio-uno degli angeli più importanti), a Uriel (la luce di Dio-uno degli angeli superiori), a "Betzlem Elohim" (Nell'immagine di Dio), a "Qol Y-H-V-H Elohim"(Voce del Signore Dio), a "rechem"(ventre-utero), a "chomer"(materia), a "machar"(domani)ed a "ramach"(spada), la spada del discernimento, tra le altre cose...

Come avete visto i significati sono profondamente diversi tra i due valori numerici, così come affermato dalla conoscenza cabalistica ebraica.

248 oltretutto è il totale dei precetti positivi dell'intera Torà, quelli che richiedono di fare determinate azioni, ed è anche il numero delle parti fondamentali di cui è costituito il corpo umano secondo la fisiologia mistica ebraica.

"Abram/Abramo" o Abram (Alef+Beit+Resh+Mem)/Abraham(Alef+Beit+Resh+Hey+Mem)sono la stessa cosa? Possiamo affermare senza ombra di dubbio di no. E ci siamo soffermati sull'aggiunta di una singola lettera.

Cosa accadrebbe approfondendo a questo modo lo studio di tutta la Bibbia?

lunedì 23 maggio 2011

GENESI (1 DI 5)

Ha inizio la serie di post dedicati al mio commento della Bibbia.
E' passato un pò di tempo da quando vi ho scritto dell'idea, e pure dall'ultimo post apparso sul mio blog. Come sempre il tempo è tiranno.

Ho deciso di dividere il commento della Genesi in cinque parti in modo da soffermarmi in ogni post su dieci dei cinquanta capitoli della stessa. Come scritto non sarà un'esegesi. Piuttosto lo definirei un invito alla riflessione.

La Bereshit (titolo ebraico che viene dalle prime parole:In principio) inizia con la creazione del mondo e finisce con la morte di Giuseppe, figlio di Giacobbe, ed in mezzo c'è la storia dei patriarchi del popolo ebraico. E' una storia nella quale gli stessi non sempre fanno una bella figura, presi come sono in alcuni momenti da meschinità umana, e basezze di varia lega. Ci sono anche momenti di grandezza, ma in realtà quasi tutti i personaggi presenti non sono dei modelli da seguire. Vengono mostrati nella loro umanità, nelle loro debolezze...

Persino Noè, il primo uomo definito giusto nella Bibbia, lo troviamo ubriaco nelle sue nudità, per poi maledire il figlio che lo ha visto...

Cosa dire allora del rapporto tra Dio ed il popolo ebraico? Li ha scelti perchè migliori? Assolutamento no. La stessa Cabalà scrive che non è così, anzi il popolo cosidetto eletto ha varie volte voltato le spalle al proprio Dio. Secondo la tradizione cabalistica Dio aveva proposto la Torà a vari popoli, ma solo gli ebrei la scelsero, prendendo sù di sè una grossa responsabilità.
Ora, noi conosciamo delle scritture ebraiche normalmente solo le traduzioni nella nostra lingua madre, ignorando ciò che rappresentano le scritture ebraiche. E questo è un dettaglio da non sottovalutare.

Abbiamo mille versioni di tutti i passaggi con commenti diversi, ma come facciamo a rapportarci con un testo se non conosciamo la lingua nella quale lo stesso testo è scritto? Ho studiato un pò l'alfabeto ebraico ed ogni lettera ha vari livelli d'interpretazione, senza tenere conto del fatto che ogni lettera ha pure un valore numerico ben definito, e che attraverso la somma delle varie lettere ogni parola acquisce un significato intrinseco che accomuna ogni singola parola che ha lo stesso valore numerico.

Nel prossimo post, nel quale scriverò di Abramo, capirete meglio l'importanza di ogni singola lettera nel computo generale dell'insieme nel punto di vista cabalistico.

Potrei ora scrivere di Adamo, primo essere umano, definito "Adam" che non è uomo, perchè "uomo" è Ish, delle differenza attribuite dagli studiosi alla tradizione jahvista ed a quella elohista, di come ogni singola frase possa essere sviscerata fino all'ultimo, ma il viaggio che voglio farvi fare è un altro...

martedì 26 aprile 2011

ONE-METALLICA


Quando i Metallica erano i Metallica, una canzone marchiò a fuoco una generazione che sentiva le tenebra dentro, la sofferenza della costrizione di chi t'impone una vita che non vuoi. NOI eravamo i Metallica. Erano come fratelli, guide, amici che capivano chi eri, e descrivevano quello che provavi...

La voglia di ribellione, il desiderio di andarsene da un mondo vuoto di valori, in cui solo le ritmiche serrate del metal più estremo ti faceva sentire vivo...

E così "One" (eccovi il video)raccontava la storia più estrema di uno di noi, ispirata al film "E Johnny prese il fucile". Nella prima guerra mondiale un ragazzo durante un incursione militare perde le braccia, le gambe, e quando si risveglia si ritrova in una stanza d'ospedale, avendo perso la vista, l'udito e la possibilità di parlare, e viene tenuto in vita attraverso dei tubi.
L'unica cosa che desidera è la liberazione...

Cosa c'è di più antimilitarista di "One" dei Metallica?

"Tenebre. M'imprigionano.
Tutto ciò che vedo: assoluto orrore.
Non posso vivere.
Non posso morire.
Intrappolato in me stesso.
Il mio corpo è la mia cella.

Patria. Hai preso la mia vista.
Hai preso la mia lingua.
Hai preso il mio udito.
Hai preso le mie gambe.
Hai preso le mie braccia.
E mi fai vivere all'inferno."

Viva i popoli del mondo. Abbasso i loro governi.

domenica 10 aprile 2011

IN PRINCIPIO

Prima d'iniziare a scrivere i miei commenti alla lettura della Bibbia credo sia meglio fare comprendere la modalità ed i tempi con i quali ho intenzione di farlo.
Non ho nessuna fretta, quindi i tempi saranno, come potete immaginare, biblici.

Quanto ci vorrà a leggerla tutta?

Tenendo conto di lavoro, passioni varie ed impegni, potrebbero volerci due-tre anni, credo. Non sono un biblista, e non ho intenzione di fare un'esegesi, ma solo di mettere delle riflessioni, approfondendo alcuni aspetti e sorvolandone molti altri.

Sarà una visione d'insieme su vari aspetti, mentre su altri mi soffermerò.

Userò come riferimento la "Bibbia di Gerusalemme", un'opera monumentale con approfondimenti vari e riferimenti importanti di storia del cristianesimo delle origini, oltre a richiami di parti bibliche in qualche modo correlate al versetto commentato. Si chiama così, perché è frutto del lavoro degli studiosi dell’École Biblique, la Scuola biblica e archeologica che ha sede a Gerusalemme, poco fuori dalla Porta di Damasco, gestita con una forte impronta internazionale dai padri domenicani francesi.

La Bibbia in realtà è un libro che ha edizioni molto diverse tra loro, non solo per le diverse traduzioni esistenti, ma anche per la struttura stessa.

Mentre il Nuovo Testamento è, come sequenza di libri, uguale per tutti i cristiani, l'Antico Testamento ha differenza considerevoli tra le varie versioni storiche. Il canone biblico insomma è molto diverso.

La Tanakh, la Bibbia ebraica, non contiene per esempio alcuni testi che le Chiese cristiane considerano canoniche, così come ci sono differenze tra quella Protestante e quella Cattolica, senza prendere in considerazione la Vulgata, e la cosìdetta Bibbia dei Settanta. (Se v'interessa approfondire andate sui link che ho messo.)

La sua storia quindi è più complessa di quello che spesso pensiamo, e la sua struttura dipende pure dalla comunità all'interno della quale il testo è, per così dire, cresciuto. La versione dei Testimoni di Geova, per esempio, oltre ad usare come riferimento quella dei Settanta (così mi è stato detto da un testimone)traduce ogni termine presente nei testi antichi che definiscono la divinità sempre con Geova.
E sono termini diversi tra loro come ELohim, YHVH (il famoso Tetragammaton che gli ebrei non possono pronunciare) o Adonai. Addirittura nel Nuovo Testamento Gesù,secondo loro, viene inchiodato ad un palo(!) e non ad una croce, perchè il termine stauròs, che usualmente viene tradotto secondo tutti i più importanti dizionari accademici come croce, viene invece definito, come scritto, palo.

Quindi per loro la croce non ha nessun valore. E' un esempio solo per introdurre una visione generale.

Addirittura un passaggio della Genesi(9:20-27) ,veniva utilizzato dal Ku Klux Klan per giustificare lo schiavismo. Questo per dire che come testo è stato usato a proprio uso e consumo da un sacco di persone, congreghe, istituzioni.

Leggendola però si comprendono meglio le basi della nostra cultura, della nostra società, e di determinate problematiche di carattere relazionale che permangono in ognuno di noi, che volenti o nolenti, siamo stati forgiati dalla storia del mondo che ci ha preceduto.

Finisco questo post ringraziando un caro amico che leggendo del mio proposito di affronare tutta la Bibbia mi ha regalato la versione con nuovo testo CEI, la Bibbia Via Verità Vita, curata da Gianfranco Ravasi. Grazie Fratello!

domenica 3 aprile 2011

02/04/2011 ROGER WATERS-THE WALL LIVE IN MILANO


Ci sono spettacoli che sogni di vedere da quando eri ragazzo. Concerti che sanno di leggenda, di un passato che ha forgiato la storia del rock, e quella personale di chi come te è cresciuto avendo come colonna sonora un disco, uno di quelli che ti porta ad amare una band e la sua musica.

"The Wall" è un album fondamentale per la storia del rock, per quella dei Pink Floyd, e per la mia. E' un "concept album".

I Pink Floyd all'epoca(il disco uscì nel 1979) fecero pochi spettacoli in tutto il mondo per i costi troppo elevati. Così lo show divenne una leggenda.

Un sogno, per chi come me era bambino all'epoca, ed è cresciuto ascoltando e riascoltando quelle canzoni. Ieri il sogno è diventato realtà. Dalle prime note le emozioni ed i brividi si sono rincorsi, mentre accadeva l'incredibile...
Fuochi d'artificio, lo schermo che si animava, raggi laser, pupazzi alti otto metri usati come burattini, un maiale che volava sopra il pubblico, ed un aereo che si schianta vicino al palco. Il muro che veniva costruito tra il gruppo ed il pubblico, per poi ergersi come simbolo di separazione, su cui venivano proiettate immagini spettacolari, cartoni animati, foto dei morti di varie guerre in un messaggio antimilitarista che colpisce nel profondo.

Le parole non riescono a rendere la grandezza di ciò che ho visto nello spettacolo di ieri. Decine di tecnici impegnati per far sì che ogni dettaglio fosse al punto giusto, fino a quando alla fine l'esplosione accompagna il muro che crolla, dopo essere stato sfondo per filmati che si rincorrevano, entrando nell'abisso della psiche del protagonista della storia...

Musicalmente superbo con strumentisti bravissimi, nuovi arrangiamenti di alcuni brani, e nuovi filmati, oltre ad alcuni già presenti nel film-cult diretto da Alan Parker. Indimenticabile.

Grazie Roger, per averci riportato ad andare oltre al muro.

sabato 2 aprile 2011

ELOGIO DELL'ERESIA

Ho scelto volutamente un titolo provocatorio per questo post che da parte mia implica una riflessione che desidero condividere.

Copio/incollo da Wikipedia:
"Eresia" deriva dal greco αἵρεσις, haìresis derivato a sua volta dal verbo αἱρέω (hairèō, "afferrare", "prendere" ma anche "scegliere" o "eleggere").

In origine dunque eretico, era colui che sceglieva, colui che era in grado di valutare più opzioni prima di posarsi su una di esse. In tale ambito indicava anche delle scuole come quella dei Pitagorici o o quella degli Stoici.

In ambito cristiano, il termine, assente nei vangeli canonici, compare negli Atti degli apostoli (5:17, 24:5, 24:14, 26:5, 28:22) per indicare varie scuole (o sette) come quelle dei Sadducei, Cristiani e Farisei. E sia in greco antico che in ebraico ellenizzato questo termine non possedeva, originariamente, alcuna caratteristica denigrativa.

Ma con le Lettere del Nuovo Testamento tale neutralità del termine viene meno: in 1 Corinzi 11:19, Galati 5:20, 2 Pietro 2:1, haìresis inizia ad assumere dei connotati dispregiativi e ad indicare la "separazione", la "divisione" e la rispettiva condanna[2].


Ora, l'eresia a livello etimologico è anche una scelta, fatta sulla base di un approfondimento, e solo in seguito a diverse prese di posizione da parte di alcuni padri fondatori della Chiesa, come Giustino, Ireneo e Origene, per esempio, ha assunto come scrive Wikipedia la "caratteristica denigrativa".

E' interessante notare però che la stessa Chiesa Cattolica ha avuto al suo interno l'acquisizione di aspetti considerati inizialmente eretici, per poi entrare a titolo definitivo nel suo tessuto attuale. Altre invece sono state perseguitate in maniera anticristiana.

(Lo scrittore Karlheinz Derschner ha scritto una "storia criminale del Cristianesimo" in dieci volumi,il decimo uscirà nel 2012, quindi se volete di materiale in tal senso ne troverete.)

Perchè scrivo questo? Semplicemente ritengo che il "pensiero diverso" non solo sia necessario, ma sia pure un arricchimento per l'insieme stesso dei "credenti". Il problema principale, a mio modo di vedere, da parte della maggiorparte dei cristiani cattolici, è la tendenza a vivere una fede basata sull'abitudine, sull'apparenza, sul distacco assoluta dalle qualità intrinsiche del messaggio evangelico.

Provate a confrontarvi con chi va a messa tutte le domeniche e chiedete loro qualcosa sulla Bibbia, sulla storia del Cristianesimo delle origini, su ciò che ha portato a quello che dicono di credere.

A mio modo di vedere ogni assunto va discusso, va ragionato, e può portare ad un arricchimento solamente dopo che abbiamo "scelto" di crescere nel confronto reale.

Nella Chiesa contemporanea ci sono grandissimi teologi come Hans Kueng, che non solo rigetta in maniera assoluta l'infallibilità papale, ma addirittura considera che Ratzinger sia, nelle storie che riguardano fatti di pedofilia da parte di sacerdoti, «l'uomo che da decenni è il principale responsabile dell'occultamento di questi abusi a livello mondiale».

Nonostante i richiami da parte della Congrega per la dottrina della fede, Kueng rimane tuttora a livello mondiale uno dei più influenti teologi, così come cattolico era Meister Eckhart, che con i suoi scritti ha influenzato in maniera considerevole il pensiero filosofico tedesco per secoli.

Le persone più straordinarie che ho conosciuto non solo vivono quotidianamente la loro fede cristiana, ma ne assumono i rischi, e lo stesso Alex Zanotelli che ho avuto modo di conoscere a Korogocho, la baraccopoli di Nairobi nella quale viveva, per anni è stato non solo criticato, ma censurato dalla Chiesa. Ora però la sua voce assume un'importanza diversa perchè non ha ceduto a quel compromesso che molti sacerdoti accettano.

La sua "scelta", come quella di altri è una "scelta" che va nella direzione di una vita vissuta in maniera integrale usando il Vangelo come guida. Nel rispetto incondizionato delle popolazioni con le quali ha vissuto.

Il pensiero non conforme alla maggioranza, il pensiero eretico, arricchisce il confronto.

Concludo questo post invitandovi ad un viaggio, che chiaramente sarà intervallato da altre cose che scriverò.Un viaggio che mi porterà a scrivere di un libro composto da tanti libri, nel quale esporrò i miei pensieri al riguardo.

Ho deciso che leggerò la Bibbia dall'inizio alla fine, condividendo con voi questa lettura, con le mie riflessioni. Finora ho letto varie parti dell'Antico Testamento e tutto il Nuovo. Sempre cercando di contestualizzare ogni aspetto dell'insieme, come la massa di codici esistenti con versioni differenti, le difficoltà delle traduzioni, le manomissioni del testo, ed i diversi livelli interpretativi.

Da anni m'interesso di Cabalà ebraica, e così affiancherò, in alcuni commenti, pure la visione cabalistica alle mie considerazioni.

Spero di avervi al mio fianco in questo viaggio che durerà a lungo.

venerdì 1 aprile 2011

CONVERSIONE DI UN ATEO ANTICLERICALE

Nonostante vari post che ho scritto da quando ho iniziato con questo blog che riguardano la dimensione spirituale, alcuni di voi che mi conoscono da tempo mi ricordano ancora come ateo, anticlericale convinto. Pronto a rimettere in discussione qualsiasi aspetto di forma e di sostanza che riguardava la Fede, qualsiasi fede.

Sono fondamentalmente uno scettico, ma ho sempre cercato di crescere come persona, ed ad un certo punto ho sentito il bisogno di andare oltre al mio razionalismo ateo, per abbandonarmi al mistero.

Nel mio percorso personale ho avuto modo di studiare varie diramazioni spirituali, ho avuto anni d'interesse approfondito della dimensione esoterica. Ho avuto modo di conoscere guru e pseudotali, sciamani, cabalisti, yoghi e sedicenti maghi, stigmatizzati, ciarlatani e persone straordinarie.

Nonostante le molteplici esperienze di carattere mistico, ed avvenimenti assolutamente incredibili, devo però scrivere qualcosa che lascerà perplesso qualcuno:
Sono felice di definirmi cristiano e cattolico praticante. Spesso mi definisco "cattolico a livello etimologico", perchè "cattolico" vuol dire "universale". E cosa c'è di più universale di Dio?

Non credo in una Verità Assoluta come ho scritto nel post precedente.

Lasciate stare tutto ciò che credete, pensate ed immaginate di cosa vuol dire essere cattolico. Perchè la Chiesa non è un blocco monolitico come molti di voi presumono. Negli anni ho avuto modo di confrontarmi al suo interno con persone che hanno un'apertura mentale, un'accettazione ed un'amore per il prossimo enorme.
Persone che vivono il Vangelo giorno per giorno, e si dedicano in maniera incondizionata al prossimo.

Certo, ci sono i bacchettoni, e gli ipocriti, ma lo stesso Gesù nei Vangeli si scaglia contro di loro.

Cosa hanno in comune l'Opus Dei ed i Missionari Comboniani, i Gesuiti ed i Francescani, i Salesiani e il Rinnovamento Carismatico? Fanno tutti parte della Chiesa Cattolica.

La Chiesa è senza errore? Nessun cattolico sano di mente potrebbe affermarlo.

La Chiesa a livello teologico è il Corpo Mistico di Cristo che è composto da tutti coloro che sono battezzati. Quindi ognuno di noi E' la Chiesa. Personalmente addirittura mi spingo oltre nel dire che questo Corpo Mistico è composto dall'intera umanità, che ogni essere umano è mio Fratello.

Nel Catechismo della Chiesa Cattolica per esempio esiste il "battesimo di desiderio", che dice che chiunque, pur non conoscendo Cristo, desideri con tutto sè stesso seguire il volere di Dio, sarà salvato comunque.

Ogni tanto uso un'affermazione usata da Frei Betto, sacerdote brasiliano vicino alla Teologia della Liberazione che è stato in prigione sotto la dittatura negli anni '70.
Durante la conferenza nella quale ero presente disse che in carcere ebbe modo di condividere la propria vita con alcuni atei comunisti che erano stati imprigionati per la lotta che facevano per il popolo brasiliano. Questi gli chiedevano perchè, lui che era un sacerdote, avesse con loro questo bellissimo rapporto nonostante l'assenza da parte loro di qualsiasi fede.

La sua risposta fu la seguente:"Un ateo comunista che è disposto a dare la propria vita per il prossimo è più vicino a Cristo di coloro che vanno a messa tutte le domeniche, magari prendendo la comunione, per poi voltarsi dall'altra parte quando le persone hanno bisogno d'aiuto."

giovedì 6 gennaio 2011

DIO

Nel mio percorso di ricerca spirituale ho avuto modo di vivere, e di sentire raccontare da persone straordinarie,cose che nella visione comune hanno qualcosa di miracoloso. Esperienze a cui molto hanno difficoltà a credere, che però portano chi le ha vissute di fronte alla consapevolezza che c'è qualcosa che trascende l'esperienza ordinaria, una dimensione ulteriore con la quale le persone, qualsiasi persona, può entrare in contatto.

Chiamatela Dio, l'Assoluto, l'Uno, L'Io Sono, lo Spirito onnipervadente, l'Universo o come credete. Perchè qui non scriverò di religione, di fondatezza o meno di una visione spirituale o dell'altra.

Pur avendo io profonde convinzioni di fede personale, che mi portano a vivere la dimensione spirituale nel modo conseguente, ritengo che qualsiasi religione sia un tentativo dell'uomo di spiegare l'inspiegabile, Dio.

Quando uso questa parola penso ad un Dio che è oltre ogni limite, che pervade l'intero universo, che è l'intero universo, che è sia trascendente sia immanente.

Immaginate la vastità dello spazio nel quale il nostro pianeta è solo il terzo del nostro sistema solare, dove il nostro sole è una delle miliardi di stelle della Via Lattea, la nostra galassia, che è una delle miliardi di stelle esistenti...

Dio è in tutto questo, oltre tutto questo.
Noi uomini non possiamo che concepire Dio attraverso i nostri limiti. Dio però è oltre ogni limite.

E così nasce il mito, attraverso il quale le religioni cercano di spiegare Dio nel modo nel quale lo hanno compreso.

La verità del mito però, a mio modo di vedere, è più vera della verità della storia, perchè entra in contatto con l'Assoluto, cerca di portarlo nel mondo, nella comprensione dell'uomo...

Nel momento nel quale le religioni si confronteranno non sulla verità storica, nella quale ognuno si arrocca nella pretesa di esserne l'unico possessore, ma sulla verità mitica, in cui nessun mito contraddice l'altro, perchè sono tutti un modo con il quale noi esseri limitati cerchiamo di definire Dio, finalmente troveremo il vero dialogo con chi ha una cultura, o delle idee, diverse.

Nascerà così una nuova umanità votata al dialogo, al superamento delle distinzioni, ed alla ricerca di ciò che ci accomuna, nella profonda sete di Assoluto che ognuno di noi serba nell'animo.