martedì 24 maggio 2011

GENESI (2 DI 5)

L'undicesimo capitolo della genesi inizia con la storia della "Torre di Babele", ed è interessante notare proprio come questo abbia che fare con quello di cui voglio scrivervi in questo post, cioè:del linguaggio.

Nella Genesi la parola ha un potere immenso. Dalla creazione, nella quale ad ogni affermazione di Dio segue la realizzazione della sua parola, così vale pure per lo stesso primo uomo, l'Adam (essere umano-androgino-nè uomo/nè donna), che dando un nome a tutti gli animali li ha sotto il suo dominio...

Nel momento nel quale Dio si accorge del potere che stanno raggiungendo gli uomini mentre costruiscono la Torre, decide di confondere loro il linguaggio, da un'unica lingua parlata "il Signore confuse la lingua di tutta la terra..."(Genesi 11/9).

Tolse quindi il potere che derivava dalla parola.

Altrove nella Bibbia c'è scritto che "In principio era la parola" (o il verbo, che comunque è una parola che definisce un'azione) (Giovanni 1/1)...ma non in ebraico.

Come scritto nel post precedente ora vi spiego perchè in ebraico ogni singola lettera è fondamentale per l'insieme. Ed userò un esempio che nella traduzione in italiano non viene assolutamente valorizzato a dovere.

In Genesi 17/5 c'è scritto:
"Non ti chiamerai più Abram, ma ti chiamerai Abramo, perchè padre di una moltitudine di nazioni ti renderò."

Letta così sembra l'aggiunta di una lettera insignificante, quasi un vezzo, come dire "è così perchè te lo dico io." Quindi non sembra avere un valore importante.
In ebraico invece tutto assume un senso compiuto, di una profondità sconcertante, che ci porta a comprendere, a mio modo di vedere, perchè conoscere la lingua originale di un testo dovrebbe essere la base di partenza per una reale comprensione.

E qui mi avvalgo della numerologia cabalistica e della ghematria, cioè della somma del valore numerico della singola parola, oltre che del significato della lettere stessa.

Abram (Alef+Beit+Resh+Mem) diventa Abraham (Alef+Beit+Resh+Hey+Mem). Lasciando stare il significato di ogni lettera, a parte di quella aggiunta, e varie possibilità date dagli studi cabalisitici mi soffermo solo su alcuni punti che potranno illuminare alcuni aspetti oscuri del significato di questo cambiamento di nome.

Abraham significa a livello etimologico "padre di molti popoli", chiarendo quindi il significato del versetto stesso. La Hey, la lettera aggiunta, ha poi valore numerico 5, e rappresenta l'entrata di Dio nel mondo attraverso la Torà (il PENTAteuco!!!), oltre ad essere legata (e non mi metto qui ad andare oltre entrando nello Sefer Yetzirà) alla rettificazione della parola, oltre ad apparire due volte nel Tetragammaton, il sacro nome di Dio che nessun ebreo può pronunciare.

Abram (Alef+Beit+Resh+Mem) ha una ghematria (somma del valore numerico) di 243, valore equivalente a parole come "gamar"(finire) (Ghimel+Mem+Resh) o "ragam"(lanciare pietre)(Ghimel+Resh+Mem). (Le parole con la stessa "ghematria" sono, secondo la Cabalà ebraica, profondamente legate a livello di significato).

Abraham (Alef+Beit+Resh+Hey+Mem) invece ha un valore di 248, ed equivale a Raziel (il segreto di Dio-uno degli angeli più importanti), a Uriel (la luce di Dio-uno degli angeli superiori), a "Betzlem Elohim" (Nell'immagine di Dio), a "Qol Y-H-V-H Elohim"(Voce del Signore Dio), a "rechem"(ventre-utero), a "chomer"(materia), a "machar"(domani)ed a "ramach"(spada), la spada del discernimento, tra le altre cose...

Come avete visto i significati sono profondamente diversi tra i due valori numerici, così come affermato dalla conoscenza cabalistica ebraica.

248 oltretutto è il totale dei precetti positivi dell'intera Torà, quelli che richiedono di fare determinate azioni, ed è anche il numero delle parti fondamentali di cui è costituito il corpo umano secondo la fisiologia mistica ebraica.

"Abram/Abramo" o Abram (Alef+Beit+Resh+Mem)/Abraham(Alef+Beit+Resh+Hey+Mem)sono la stessa cosa? Possiamo affermare senza ombra di dubbio di no. E ci siamo soffermati sull'aggiunta di una singola lettera.

Cosa accadrebbe approfondendo a questo modo lo studio di tutta la Bibbia?

lunedì 23 maggio 2011

GENESI (1 DI 5)

Ha inizio la serie di post dedicati al mio commento della Bibbia.
E' passato un pò di tempo da quando vi ho scritto dell'idea, e pure dall'ultimo post apparso sul mio blog. Come sempre il tempo è tiranno.

Ho deciso di dividere il commento della Genesi in cinque parti in modo da soffermarmi in ogni post su dieci dei cinquanta capitoli della stessa. Come scritto non sarà un'esegesi. Piuttosto lo definirei un invito alla riflessione.

La Bereshit (titolo ebraico che viene dalle prime parole:In principio) inizia con la creazione del mondo e finisce con la morte di Giuseppe, figlio di Giacobbe, ed in mezzo c'è la storia dei patriarchi del popolo ebraico. E' una storia nella quale gli stessi non sempre fanno una bella figura, presi come sono in alcuni momenti da meschinità umana, e basezze di varia lega. Ci sono anche momenti di grandezza, ma in realtà quasi tutti i personaggi presenti non sono dei modelli da seguire. Vengono mostrati nella loro umanità, nelle loro debolezze...

Persino Noè, il primo uomo definito giusto nella Bibbia, lo troviamo ubriaco nelle sue nudità, per poi maledire il figlio che lo ha visto...

Cosa dire allora del rapporto tra Dio ed il popolo ebraico? Li ha scelti perchè migliori? Assolutamento no. La stessa Cabalà scrive che non è così, anzi il popolo cosidetto eletto ha varie volte voltato le spalle al proprio Dio. Secondo la tradizione cabalistica Dio aveva proposto la Torà a vari popoli, ma solo gli ebrei la scelsero, prendendo sù di sè una grossa responsabilità.
Ora, noi conosciamo delle scritture ebraiche normalmente solo le traduzioni nella nostra lingua madre, ignorando ciò che rappresentano le scritture ebraiche. E questo è un dettaglio da non sottovalutare.

Abbiamo mille versioni di tutti i passaggi con commenti diversi, ma come facciamo a rapportarci con un testo se non conosciamo la lingua nella quale lo stesso testo è scritto? Ho studiato un pò l'alfabeto ebraico ed ogni lettera ha vari livelli d'interpretazione, senza tenere conto del fatto che ogni lettera ha pure un valore numerico ben definito, e che attraverso la somma delle varie lettere ogni parola acquisce un significato intrinseco che accomuna ogni singola parola che ha lo stesso valore numerico.

Nel prossimo post, nel quale scriverò di Abramo, capirete meglio l'importanza di ogni singola lettera nel computo generale dell'insieme nel punto di vista cabalistico.

Potrei ora scrivere di Adamo, primo essere umano, definito "Adam" che non è uomo, perchè "uomo" è Ish, delle differenza attribuite dagli studiosi alla tradizione jahvista ed a quella elohista, di come ogni singola frase possa essere sviscerata fino all'ultimo, ma il viaggio che voglio farvi fare è un altro...