venerdì 4 dicembre 2009

IL CANTO DEL BEATO 2 di 2


Cosa hanno in comune il profeta della non-violenza e il capo delle SS?

La storia dimostra che non potevano essere più distanti tra loro.
Eppure erano accomunati da un testo fondamentale per milioni di persone. Avrete capito che il post non riguarda solo il testo induista, ma tutti i testi in genere. Ogni frase, ogni libro, sacro o non, può essere interpretato, frainteso, manipolato, strumentalizzato. Lo vediamo ogni giorno in TV, sui giornali, nelle questioni di ogni genere...

Alcuni anni addietro acquistai a Roma in una libreria “American Gods”, un romanzo di Neil Gaiman, famoso autore di letteratura fantastica. (Da sue storie sono stati tratti film come “Stardust” e “Coraline e la porta magica”.) Era un autore che già conoscevo per alcuni racconti e lo stupendo “Sandman”, un fumetto di cui era sceneggiatore. Eppure la lettura era ostica, il ritmo lento, ed il linguaggio usato mi lasciava un pò perplesso.
All’inizio di ogni capitolo comunque erano presenti delle citazioni in inglese, che venivano poi tradotte a piè di pagina. Il mio inglese è discreto, e devo dire che le traduzioni, pur non essendo totalmente errate non erano accuratissime. Così successivamente quando, in una libreria di Parigi, mi trovai tra le mani l’edizione originale la comprai.
Arrivato a casa confrontai le prime pagine, parola per parola, e trovai notevoli differenze. Il protagonista usava espressioni diverse, ed in inglese la freschezza narrativa di Gaiman, che conoscevo, era presente.

La traduzione non era delle migliori, quindi. La cosa però non deve sorprendere, perchè una buona traduzione non è facile da trovare, e nemmeno da fare, come chi conosce più di una lingua sa.

Ti può capitare però anche di trovare un romanzo in due edizioni diverse con traduttori “con un altro nome” uscite a distanza di ca. quindici anni l’una dall’altra che sono identiche parola per parola dalla prima all’ultima pagina. (Ho confrontato il testo de “Il tempo delle metamorfosi” uscito per la Fanucci negli anni ’70 con quella successiva della Nord.)
Può capitare di trovare un libro come “Il vangelo segreto di Tommaso” di Elaine Pagels, nota biblista, che afferma diverse cose al riguardo di alcuni versetti, e di ritrovarli nella “sua” traduzione dall’originale aramaico del suddetto vangelo apocrifo, con il significato opposto rispetto a quello sul quale dibatte nel libro stesso. La Pagels si contraddice tra saggio e traduzione? Interessante poi però vedere che la versione "tradotta" presente alla fine del libro è uguale identica a quella che si trova nel libro “I vangeli gnostici” uscita anni prima per l’Adelphi.

Che strana "coincidenza".

Quale versione della Gita lesse Himmler? Chi l’aveva tradotta? Con quale intenzione? Possiamo immaginare che Gandhi avesse letto “Il canto del beato” in sanscrito, ma qual’era la giusta interpretazione del testo? Cosa intendeva originariamente l’autore?
Ho letto il commento di vari maestri indiani al testo, e nonostante la stessa lingua in comune, questo differisce in alcuni punti notevolmente.

Ora torniamo all’inizio della seconda parte del "canto del beato".

Ogni frase può essere usata, ribaltata, e lo stesso Goebbels, ministro della propaganda nazista, diceva che una cosa ripetuta all’inverosimile diventa vera.

Per questo la conoscenza è importante. Ma di tutto questo avrete modo di leggere in futuro da queste parti.

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