lunedì 4 ottobre 2010

IL SUONO DELLA FOLLIA


Era dall'ormai lontano 1992 (da questo lavoro immenso) che non ascoltavo così spesso un album come mi è successo recentemente con questo bellissimo disco degli Shinedown dal titolo "The sound of madness" del 2008.

Sentivo l'esigenza di ascoltare gruppi più recenti, per colmare una lacuna di alcuni anni nei quali non mi sembrava fosse emerso nulla che spiccasse in modo particolare, con band che alla fin fine non facevano altro che ripetere ciò che già era stato fatto in passato...Gruppi come i Nickelback, i Muse e gli Shinedown però mi hanno mostrato che c'è ancora futuro per il rock.

Qualche purista forse storcerà il naso, ma tant'è...

Il sound duro e al contempo con un gusto melodico molto moderno dei Nickelback, le atmosfere malinconiche e ricche di pathos dei Muse che hanno assimilato il meglio del sound degli anni '70, '80 e '90 in uno stile riconoscibile alle prime note mi hanno fatto ben sperare...e poi è arrivato "Il suono della follia".

Da anni non imparavo tutti i titoli delle canzoni di un album che scorre via alla grande con una canzone più bella dell'altra. Pezzi di dinamite pura come "Devour", la titletrack "Sound of madness" e "Cry for help", oppure ballad stupende come "The Crow and the Butterfly" (che spesso gira su Virgin Radio) con degli archi struggenti, e la canzone che più mi emoziona "Call me" ,un viaggio nella disperazione di un uomo che percepisci sulla pelle e nell'anima....

Emozione allo stato puro...

Arrangiamenti curatissimi in ogni brano in una produzione tecnicamente perfetta, ma...c'è un "ma" che impedisce a mio modo di vedere a questo album, pur rimanendo uno dei miei preferiti attualmente, di essere definito un capolavoro.

Le influenze degli Shinedown sono molteplici, e questo non è un male, sicuramente.

Risulterà però difficile all'orecchio dell'ascoltatore medio comprendere chi siano realmente gli Shinedown. Ci sono sprazzi in cui senti sonorità alla Warrior Soul, sprazzi degli Anthrax di "The sound of white noise", melodie alla King's X, cori alla Nickelback, riff alla Metallica, giri alla Pantera, ritornelli alla Bon Jovi...e mi fermo qui.

Sembra che la band non abbia ancora un'identità chiara, un sound definito, alla Shinedown. Per questo aspetto l'uscita del nuovo album tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012 per capire cosa ci faranno vedere.

In potenza abbiamo "the Next Big Thing", come si dice in gergo, con una delle voci più versatili, calde e potenti che mi sia mai capitato di sentire, quella di Brent Smith, insieme al batterista Barry Kerch unico membro fondatore della band.

Intanto però gli Shinedown comunque sono presenti in varie colonne sonore con canzoni come "Her name is ALice" scritta appositamente per "Alice in Wonderland" di Tim Burton, oltre a dare la traccia principale all'ultimo "I mercenari - The Expendables", di recente al cinema.

Sono fiducioso, ma li aspetto al varco in attesa di un capolavoro che possa segnare a fuoco l'inizio della nuova decade.

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