domenica 10 aprile 2011

IN PRINCIPIO

Prima d'iniziare a scrivere i miei commenti alla lettura della Bibbia credo sia meglio fare comprendere la modalità ed i tempi con i quali ho intenzione di farlo.
Non ho nessuna fretta, quindi i tempi saranno, come potete immaginare, biblici.

Quanto ci vorrà a leggerla tutta?

Tenendo conto di lavoro, passioni varie ed impegni, potrebbero volerci due-tre anni, credo. Non sono un biblista, e non ho intenzione di fare un'esegesi, ma solo di mettere delle riflessioni, approfondendo alcuni aspetti e sorvolandone molti altri.

Sarà una visione d'insieme su vari aspetti, mentre su altri mi soffermerò.

Userò come riferimento la "Bibbia di Gerusalemme", un'opera monumentale con approfondimenti vari e riferimenti importanti di storia del cristianesimo delle origini, oltre a richiami di parti bibliche in qualche modo correlate al versetto commentato. Si chiama così, perché è frutto del lavoro degli studiosi dell’École Biblique, la Scuola biblica e archeologica che ha sede a Gerusalemme, poco fuori dalla Porta di Damasco, gestita con una forte impronta internazionale dai padri domenicani francesi.

La Bibbia in realtà è un libro che ha edizioni molto diverse tra loro, non solo per le diverse traduzioni esistenti, ma anche per la struttura stessa.

Mentre il Nuovo Testamento è, come sequenza di libri, uguale per tutti i cristiani, l'Antico Testamento ha differenza considerevoli tra le varie versioni storiche. Il canone biblico insomma è molto diverso.

La Tanakh, la Bibbia ebraica, non contiene per esempio alcuni testi che le Chiese cristiane considerano canoniche, così come ci sono differenze tra quella Protestante e quella Cattolica, senza prendere in considerazione la Vulgata, e la cosìdetta Bibbia dei Settanta. (Se v'interessa approfondire andate sui link che ho messo.)

La sua storia quindi è più complessa di quello che spesso pensiamo, e la sua struttura dipende pure dalla comunità all'interno della quale il testo è, per così dire, cresciuto. La versione dei Testimoni di Geova, per esempio, oltre ad usare come riferimento quella dei Settanta (così mi è stato detto da un testimone)traduce ogni termine presente nei testi antichi che definiscono la divinità sempre con Geova.
E sono termini diversi tra loro come ELohim, YHVH (il famoso Tetragammaton che gli ebrei non possono pronunciare) o Adonai. Addirittura nel Nuovo Testamento Gesù,secondo loro, viene inchiodato ad un palo(!) e non ad una croce, perchè il termine stauròs, che usualmente viene tradotto secondo tutti i più importanti dizionari accademici come croce, viene invece definito, come scritto, palo.

Quindi per loro la croce non ha nessun valore. E' un esempio solo per introdurre una visione generale.

Addirittura un passaggio della Genesi(9:20-27) ,veniva utilizzato dal Ku Klux Klan per giustificare lo schiavismo. Questo per dire che come testo è stato usato a proprio uso e consumo da un sacco di persone, congreghe, istituzioni.

Leggendola però si comprendono meglio le basi della nostra cultura, della nostra società, e di determinate problematiche di carattere relazionale che permangono in ognuno di noi, che volenti o nolenti, siamo stati forgiati dalla storia del mondo che ci ha preceduto.

Finisco questo post ringraziando un caro amico che leggendo del mio proposito di affronare tutta la Bibbia mi ha regalato la versione con nuovo testo CEI, la Bibbia Via Verità Vita, curata da Gianfranco Ravasi. Grazie Fratello!

2 commenti:

  1. La bibbia è un testo che tutti dovrebbero leggere almeno una volta.
    Riguardo al "palo" a cui sarebbe stato inchiodato Gesù devo dire che c'è un fondo di verità. In quei tempi i pali verticali delle croci erano lasciati infissi nel suolo, i condannati portavano in spalla il solo palo orizzontale. Quindi probabilmente il Cristo non si caricò in spalla la croce completa così come vuole l'iconografia classica. :)

    RispondiElimina
  2. Certo. Il fatto è che i "testimoni" però omettono pure la parte orizzontale. Per loro "palo" è "palo", verticale. Interessante, no?

    RispondiElimina