giovedì 16 settembre 2010

TUTTO QUELLO CHE SAI E' FALSO

Tutto quello che sai è falso.
Le notizie che leggi, le cose che credi, la realtà che vivi.
Quando vivi in un mondo nel quale le informazioni sono distorte, qualsiasi punto di vista dal proprio punto relativo diventa vero. Ogni cosa diventa vera nel momento nel quale ci credi. La costante ripetizione di un'affermazione ci porta ad assimilarla come reale. Lo studio sulla riprogrammazione mentale delle masse ha origini lontane.

La propaganda è stata un mezzo fondamentale per controllare il popolo nei regimi dittatoriali, ma non solo.

La democrazia occidentale è schiava pure essa dell'indottrinamento.

Dopo il '68 e le ribellioni giovanili che avevano portato la popolazione ad una maggiore comprensione del proprio ruolo, ed ad una notevole spinta verso il cambiamento, l'ambiente politico negli Stati Uniti, e non solo, era turbato da questo nuovo "potere" che veniva dal basso.

Vi metto una parte di un'intervista a Noam Chomsky, considerato uno dei maggiori pensatori d'America. A questo link la trovate completa.

Noam Chomsky:
"Tutta questa gente era profondamente turbata da quanto accadeva in tutto il mondo negli anni sessanta. Ciò che li turbava maggiormente era la crescita della democrazia, cioè la parte della popolazione – le donne, i lavoratori, le minoranze, gli anziani – solitamente apatica e passiva che entrava nell’arena politica e tentava di imporre le proprie richieste. Stavano entrando in un territorio proibito. Iniziarono a pensare che il sistema politico fosse nelle mani delle tirannie private, di poteri privati, e stavano cominciando ad erodere proprio questi poteri.

Quella per loro era la crisi della democrazia. Affermarono dunque che troppa democrazia non va bene, occorre più moderazione, era necessario riportare la gente all’apatia ed alla passività.

Affermarono di essere turbati e richiamarono le istituzioni responsabili dell’indottrinamento – termine loro, non mio – dei giovani. Si riferivano alle scuole, ai funzionari, ai media, alle chiese che anziché indottrinare stavano diventando troppo indipendenti e “pensanti”, troppo attivi. Avrebbero dovuto agire per invertire appunto “la crisi della democrazia”.

Ci sono stati da allora sforzi notevoli per riportare le persone alla marginalità, e questo tentativo assume molte forme.

Non è più possibile in Occidente controllare il popolo con la violenza. Non lo puoi semplicemente sbattere in una stanza delle torture. Occorrono altri mezzi. Uno di questi è la propaganda. Un altro è un consumismo parossistico, che cerca di condurre la gente verso consumi sempre più massicci. Negli Stati Uniti l’economia ha sofferto a causa delle politiche neoliberiste, come è stato il caso in tutto il mondo, tale economia essendo sostenuta in notevole misura dallo spendere dei consumatori.

Il debito delle famiglie supera il reddito. E questo viene giudicato positivamente, perché intrappola la gente nel debito. Così hai solo da lavorare duramente e non pensare. Così fin dall’infanzia i bambini sono inondati di messaggi che dicono: compra, compra, compra e così via.

Lo stesso avviene a livello internazionale. Il Terzo Mondo è intrappolato nel debito imposto dall’immensa propaganda del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. Sono congegni finalizzati a controllare le popolazioni e ad assicurare il potere alle tirannie locali. Questo è quello che avviene nell’era della libertà.

Occorre provare a spiegare alla gente cosa accade. Ciò che è veramente importante sono i metodi profondi e sistematici di controllo della popolazione. Uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, Alexander Hamilton, descriveva il popolo come una grande bestia che deve essere controllata. Come la mise il maggior compilatore della Costituzione, James Madison, i ricchi della nazione devono controllare ciò che accade.

Noi dobbiamo organizzare; dobbiamo organizzare le persone. Non servono i libri se sono letti solo da alcuni accademici. Le cose cambiano se essi riescono a raggiungere il grande pubblico e diventano così parte degli sforzi organizzativi; per esempio, quegli sforzi che sono riusciti finalmente a creare azioni di protesta a livello internazionale. E ciò emerge dalla organizzazione di massa. Non è sufficiente scrivere libri. Gli obiettivi della privatizzazione sono ovvi e non saranno fermati scrivendo libri. Saranno fermati da una resistenza unita su basi internazionali."

E' ora di svegliarsi dal proprio sonno, e di smetterla di vivere come zombi inconsapevoli in un mondo fasullo.

2 commenti:

  1. "Saranno fermati da una resistenza unita su basi internazionali"
    Esatto, ed è ben vero che non è sufficiente scrivere libri, tuttavia lo scrittore rimane figura centrale e necessaria, che non deve essere assolutamente funzionale al regime, ma sposare un etica che riconosca la necessità di organizzare le masse.

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  2. Concordo pienamente. Anzi, credo anche che qualsiasi personaggio che ricopra un ruolo pubblico debba essere consapevole, e farsi carico assumendosene la responsabilità, dell'importanza di quest'etica.
    Nell'Italia di oggi purtroppo tutto questo sembra lontano, ma siamo noi, uno per uno, ad avere il dovere di gettare le basi per quella società migliore della quale sentiamo la necessità.
    Senza arrenderci a modelli disfattisti e fasulli, con la consapevolezza che i semi che gettiamo porteranno ad un raccolto che forse noi stessi non vedremo. Perchè quello che pensiamo, diciamo e facciamo oggi non riguarda solo noi, in quanto esseri separati, ma è in relazione con l'intera famiglia umana.

    Le generazioni future hanno bisogno di persone che sappiano fare ardere per loro il fuoco della speranza.

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