martedì 31 agosto 2010

NEL CUORE DEL MONDO

E' giunto il tempo di raccontarvi qualcosa di me, di aspetti che chi mi conosce di persona magari ignora. Desidero iniziare con un'esperienza per me molto importante, che nella mia vita ha avuto un notevole impatto, per una serie di motivi che non sto qui ad elencare.
Nel 2001 ho passato un periodo in un centro di recupero per bambini di strada nella periferia di Nairobi. Sono stato in alcune baraccopoli:Kawangware, Korogocho (dove ho avuto modo di conoscere di persona Alex Zanotelli) e Kibera.

Per molti di voi questi nomi non significano nulla, ma vi assicuro che visitare questi luoghi può scatenare nel nostro essere dei profondi cambiamenti, delle prese di coscienza che nessun documentario, racconto o esperienza altrui può portarvi.

In Kenya ho conosciuto delle persone straordinarie come padre Zanotelli e padre Kizito, due missionari comboniani che vivono il Vangelo con tutto il proprio essere.

Alcuni amici mi chiesero di tenere un diario. Questa è una passeggiata per Kibera.


11/07/2001 ore 16.00ca.

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I bambini ci seguivano, mentre abbiamo visto un bimbo che faceva i bisogni in mezzo all’immondizia. Fred ci ha guidato lungo vicoli e stradine attraversate dalle fogne che erano all’aperto.
Baracche con la struttura in legno, i muri di fango ed i tetti in lamiera si susseguivano l’un l’altra ospitando i loro abitanti che vivono in condizioni igienico-sanitarie disastrose. Bambini sorridenti tendevano la mano per avere una caramella, mentre qualche adulto ci salutava o rideva del muzungu (uomo bianco).
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Lungo le stradine l’immondizia era disseminata dappertutto e bisognava anche saltare dei piccoli fossi per evitare le fogne. Eppure in mezzo a tutto questo la gente s’affaccendava, i bambini giocavano e la vita scorreva come nulla fosse.
Fred ci diceva di stare attenti a non farci seguire dai bambini, perché se erano piccoli c’era il rischio che si perdessero, senza ritrovare la strada di casa.
Lui è cresciuto qui, ci ha fatto vedere dove abitava.
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Siamo entrati in due case che per gli standard del luogo erano lussuose. Le lamiere del tetto avevano dei buchi, mentre delle corde tenevano alte delle scodelle per evitare che i gatti si mangiassero il cibo.
L’odore delle strade era indescrivibile. Le fogne esposte al sole, i rifiuti distribuiti dovunque e le mura di fango emanavano un fetore pesante, che ti prendeva quasi stordendoti, mentre bimbi con denti bianchissimi e gli occhi luminosi ti tendevano la mano.
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C’erano lungo quella che Fred ha definito la via principale, piccoli stand e “negozi” che vendevano varie cose, mentre su bancarelle fatiscenti le mosche assalivano il pesce.
Dovunque le donne tagliavano il sukamawiki, o si facevano fare le treccine nei capelli. Gente ci fermava per chiederci cosa ci facessimo là, e ci stringeva le mani. Fred spesso si fermava per parlare con delle persone che conosceva.
Con andatura sicura camminava in mezzo alle vie spiegandoci varie cose di Kibera. Un piccolo fiume la cui acqua aveva un colore verde scuro, veniva usato come discarica per i bagni che erano delle piccole baracche comuni.
Più di cinquecentomila persone abitano in Kibera.
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C’è stato un momento nel quale ho tirato un respiro profondo, lasciandomi attraversare dal fetore, per marchiarlo a fuoco nella mia mente, per serbarne un eterno ricordo.
Quell’odore e quelle immagini mi mostreranno ancora la parte di me che sta soffrendo. Una parte della mia anima è ancora a Kibera.

5 commenti:

  1. Si, sono vissuti che fanno venire alla luce quello che siamo realmente. L'esperienza è sempre sconvolgente, nel bene o nel male, ma credo di poter dire (visto che ho sentito le tue canzoni) che nel tuo caso sia stata essenzialmente positiva e formante. :)

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  2. Sicuramente lo è stata. Non puoi immaginare quanto un'esperienza così possa farti crescere a livello umano.
    Ho scritto anche una canzone dedicata a Kibera.
    Mi piacerebbe inoltre pubblicare prima o poi il diario per intero. Prossimamente magari metterò qualche sprazzo sul blog.

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  3. Kibera... quanto tempo è passato.. l'uomo che sei oggi lo devi molto anche a quell'esperienza.
    Graziano.

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  4. x Graziano:
    Nel mio cuore l'Africa è indelebile.

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  5. Voglio esprimere il mio pensiero per le esperienze di vita che ha fatto Kinnall che metteno alla luce realtà a molti sconosciute. Al di là di tutto è che ognuno di noi attraverso il Vangelo debba riconoscere la propria dimensione umana e l'umiltà.
    La strada giusta è senza dubbio quella di abbandonare le solite vesti che molti di noi usano. Sfiderei tante persone solo per vedere ce di loro ha la forza di spogliarsi delle proprie abitudini per indossare le vesti della saggezza. Mi firmo Angelo Protopapa.

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